Le paure sociali che ci tengono legati alla crescita: come superarle? (Gruppo Pistoia)

A prima vista sembra un tema facile. Si parla di lavoro, tutti lavoriamo, quindi le risposte sembrerebbero ovvie, ma lavorandoci e soprattutto riflettendo attentamente su ognuna delle domande ci siamo accorti che non è poi così banale rispondere per esempio alla prima parte della prima domanda: A cosa serve il lavoro?  Istintivamente viene da dire a vivere o meglio sopravvivere, ma è solo a questo che serve il lavoro? E poi cos’è veramente il lavoro?  Noi abbiamo trovato queste risposte:

1) A cosa serve il lavoro? Quante forme di lavoro conosciamo?

Nel mondo corrente il lavoro serve nella maggior parte dei casi, sostanzialmente a produrre grande ricchezza per i datori di lavoro, e un minimo di garanzia di  sopravvivenza per i lavoratori. Nel mondo che andiamo a costruire il lavoro serve come aiuto reciproco senza disuguaglianze, ognuno lavora per e con gli altri, per migliorarsi sempre di più. Inoltre oltre a fornire il necessario per vivere a livello materiale, dovremo adoperarci per crescere anche spiritualmente tutti insieme in quanto siamo UNO ma a forza di dividere lo abbiamo dimenticato. Il lavoro come espressione della creatività dell’uomo, quindi in un certo senso riacquistare la gioia e la soddisfazione di creare o partecipare alla creazione di qualcosa. Il lavoro come mezzo per liberare l’uomo dalla miseria, forse non ci rendiamo conto che la gran parte del mondo è ancora nella miseria e il lavoro come lo è stato per noi anche per loro è l'unico mezzo per sconfiggere la fame e le ingiustizie. o forse dovrebbe esserlo!
Il lavoro come mezzo per creare relazioni e comunità sociali. Nella storia dell'umanità è stata la motivazione principale che ha fatto spostare i popoli e incontrare le genti.
L'aver ridotto il lavoro al solo valore del denaro crediamo che lo abbia disumanizzato, ridargli umanità, anche rivalutando i punti sopra accennati sia uno dei compiti che ci dobbiamo prefiggere.  Forme di lavoro: privata,pubblica,autonoma

 

2) Tutte le forme di lavoro hanno bisogno di crescita o solo quello salariato?. Rimanendo all’ambito privato, quali forme di lavoro possiamo potenziare per permettere a tutti di soddisfare i propri bisogni senza far crescere i consumi?

Tipi di lavoro: manuale, intellettivo, di cura.
Il lavoro può essere remunerato o gratuito; il lavoro remunerato ha come base il denaro come compenso ed è basato sull’egoismo e l’avidità. Di conseguenza  produce disgregazione contrapponendo lavoratore e datore di lavoro. Il lavoro gratuito ha come scopo la crescita e l’evoluzione personale poiché non ha come base il compenso monetario ma la soddisfazione di aver contribuito al miglioramento dell’umanità che si affida a loro. Il lavoro non remunerato non ha bisogno di crescita
Lavori da potenziare: lavori manuali, educazione, ricerca, divertimento

 

3) Se valutassimo i settori produttivi in base all'utilità e alla sostenibilità, che percentuale di posti di lavoro stimiamo di dovere eliminare? Si tratterebbe di una perdita secca o altri mestieri e altri settori andrebbero potenziati in un'ottica di sostenibilità?

Lavori da eliminare: l’esercito e tutti i suoi indotti. Lavori da eliminare in tutto o in parte: pubblicità,edilizia,imballaggi,automobilistico,chimico,moda. In considerazione di questo valutiamo di eliminare un 50% dei posti di lavoro. Si possono tutti convertire in altri settori di maggiore sostenibilità e utilità

 

 

4) Quali richieste immediate avanzare al sindacato,ai partiti,alle istituzioni per favorire lo spostamento produttivo e redistribuire il ridotto ammontare di lavoro salariato?

Premesso che sindacati, partiti e istituzioni non rappresentano più gli interessi dei cittadini e dei lavoratori, devono essere cambiate le normative relative al lavoro e alle merci, dovrebbe essere uniformate prima di permettere il libero scambio. Il lavoro incorporato nelle merci dovrebbe rispettare i diritti umani. Attraverso la formazione è possibile favorire lo spostamento.

 

5) L'economia pubblica va concepita unicamente come un comparto che spende o che produce anche ricchezza? La sua capacità di produrre ricchezza su cosa si fonda?

Compito dello stato è produrre ricchezza intesa come istruzione, salute, benessere, tutela ambientale,  giustizia. Le spese che non producono ricchezza come: armamenti, extra conti della politica, escort, vaccini inutili, sono da eliminare.

 

6) Per la parte che produce ricchezza, si possono immaginare forme di contribuzione collettiva che non risentono dell’ andamento dell’economia generale?

Non si può concepire, allo stato attuale, una forma di partecipazione collettiva per tutte le attività che producono ricchezza: Si può inserire gradualmente forme di contribuzione gratuita collettiva , propedeutico a questo può essere utile l’introduzione del servizio civile obbligatorio.

 

Riportiamo di seguito pensieri di personaggi illustri a approfondire il concetto di lavoro.  


Bertrand Russell
, filosofo, logico e matematico gallese nell’Elogio dell’ozio dice: “Prima di tutto, che cos’è il lavoro? Vi sono due specie di lavoro: la prima consiste nell’alterare la posizione di una cosa su o presso la superficie della terra, relativamente a un’altra cosa; la seconda consiste nel dire ad altri di farlo. La prima specie di lavoro è sgradevole e mal retribuita; la seconda è gradevole e ben retribuita, ed anche suscettibile di mille variazioni. Per esempio, non soltanto vi sono persone che danno ordini, ma anche persone che danno consigli circa gli ordini che bisogna dare. Di solito due gruppi organizzati di uomini danno simultaneamente due tipi di consigli diversi opposti: ciò si chiama politica. Questo genere di lavoro richiede un talento particolare che non poggia sulla profonda conoscenza degli argomenti sui quali bisogna esprimere un parere, ma sulla profonda conoscenza dell’arte di persuadere gli altri con la parola o con gli scritti, cioè la pubblicità.”
Kahil Gibran, scrittore e poeta interrogato sul lavoro dice: “Allora un contadino disse: Parlaci del Lavoro.E lui rispose dicendo: Voi lavorate per assecondare il ritmo della terra e l'anima della terra. Poiché oziare è estraniarsi dalle stagioni e uscire dal corso della vita, che avanza in solenne e fiera sottomissione verso l'infinito. Quando lavorate siete un flauto attraverso il quale il sussurro del tempo si trasforma in musica. Chi di voi vorrebbe essere una canna silenziosa e muta quando tutte le altre cantano all'unisono? Sempre vi è stato detto che il lavoro è una maledizione e la fatica una sventura. Ma io vi dico che quando lavorate esaudite una parte del sogno più remoto della terra, che vi fu dato in sorte quando il sogno stesso ebbe origine. Vivendo delle vostre fatiche, voi amate in verità la vita. E amare la vita attraverso la fatica è comprenderne il segreto più profondo. Ma se nella vostra pena voi dite che nascere è dolore e il peso della carne una maledizione scritta sulla fronte, allora vi rispondo: tranne il sudore della fronte niente laverà ciò che vi è stato scritto. Vi è stato detto che la vita è tenebre e nella vostra stanchezza voi fate eco a ciò che è stato detto dagli esausti. E io vi dico che in verità la vita è tenebre fuorché quando è slancio, e ogni slancio è cieco fuorché quando è sapere, e ogni sapere è vano fuorché quando è lavoro, e ogni lavoro è vuoto fuorché quando è amore; e quando lavorate con amore voi stabilite un vincolo con voi stessi, con gli altri e con Dio. E cos'è lavorare con amore? E' tessere un abito con i fili del cuore, come se dovesse indossarlo il vostro amato. E' costruire una casa con dedizione come se dovesse abitarla il vostro amato. E' spargere teneramente i semi e mietere il raccolto con gioia, come se dovesse goderne il frutto il vostro amato. E' diffondere in tutto ciò che fate il soffio del vostro spirito, e sapere che tutti i venerati morti stanno vigili intorno a voi. Spesso vi ho udito dire, come se parlaste nel sonno:"Chi lavora il marmo e scopre la propria anima configurata nella pietra, è più nobile di chi ara la terra. E chi afferra l'arcobaleno e lo stende sulla tela in immagine umana, è più di chi fabbrica sandali per i nostri piedi". Ma io vi dico, non nel sonno ma nel vigile e pieno mezzogiorno, il vento parla dolcemente alla quercia gigante come al più piccolo filo d'erba; e che è grande soltanto chi trasforma la voce del vento in un canto reso più dolce dal proprio amore. Il lavoro è amore rivelato. E se non riuscite a lavorare con amore, ma solo con disgusto, è meglio per voi lasciarlo e, seduti alla porta del tempio, accettare l'elemosina di chi lavora con gioia. Poiché se cuocete il pane con indifferenza, voi cuocete un pane amaro, che non potrà sfamare l'uomo del tutto. E se spremete l'uva controvoglia, la vostra riluttanza distillerà veleno nel vino. E anche se cantate come angeli, ma non amate il canto, renderete l'uomo sordo alle voci del giorno e della notte. “

Pietro Santacroce, cardiologo che ha avuto una parte importante della sanita' ternana; e' stato, prima di tutto, un clinico affermato, specialista in cardiologia, ma nella sua vita professionale e' stato anche, e per larga parte principalmente, un organizzatore ed un innovatore. A lui si deve, fra l'altro, l'istituzione del primo significativo intervento, anche su scala nazionale, di medicina preventiva nel campo della protezione della salute dei lavoratori''. In suo scritto dice: INSIEME SI PUO’  Gli operai sono il lusso che splende in vetrina, sono il pane quotidiano, sono coloro che vendono speranze se trovano coloro che le comprano.
Il lavoro umano ha perso il suo vero significato, come nel caso della vita. Quanti lavoratori vedono nel lavoro solo una dura fatalità e un puro mezzo per guadagnarsi da vivere, piuttosto che un bene per la crescita personale e sociale!? Giovanni Paolo II, il papa operaio, richiama l’attenzione sul lavoro come aspetto fondamentale della vita umana, proprio quando la rivoluzione tecnologica sta cambiando profondamente sia il processo produttivo, sia i rapporti del lavoro con l’uomo. Il fondamento per determinare il lavoro umano non è prima di tutto il lavoro che si compie, ma il fatto che colui che lo compie sia una persona. Il lavoro è per l’uomo, e non l’uomo per il lavoro. Magari per uno come Berlusconi o Tronchetti Provera non è così anche se si sentono ottimi cattolici. Occorre riconoscere che il vero soggetto della produzione è l’uomo;
Il lavoro in primo luogo è un atto della persona, deve servire alla realizzazione della sua umanità.
In secondo luogo è un atto creativo, mediante il lavoro l’uomo partecipa all’opera della creazione. Quando si parla di atto creativo bisogna fare molto riferimento all’inizio, alla genesi, sia da un punto di vista scientifico, sia da un punto di vista religioso. Tutto è stato fatto per l’ UOMO.
Che cosa è il lavoro umano? Ancora oggi c’è gente convinta che è la furbizia che fa la ricchezza individuale. Se io lavoro devo dire grazie a chi è più furbo e intelligente di me che mi fa lavorare a un prezzo accessibile appena per comprarci il pane, per non parlare dello sfruttamento del lavoro minorile. Il problema dello sfruttamento del lavoro minorile è globale, riguarda ormai ogni angolo della Terra, mentre il datore di lavoro va in giro con la Ferrari… Per quanto possa sforzarmi non riuscirò mai a capirli, vanno in chiesa prendono il Pane di Vita a testa alta e il suo operaio non ha nemmeno i soldi per comprare i libri per i suoi figli. Lo Stato cosa fa? Lo Stato chi è? Forse quello che chiude la porta in faccia ai sindacati. E’ tutto vuoto. Vanità delle vanità direbbe il Quolet.

Quindi il lavoro, per quello che arriva da quanto sopra, dovrebbe essere un’attività che aiuta l’umanità ad evolversi, un’attività che ci unisce per un obiettivo comune, un’attività che ci gratifica soprattutto come esseri umani e non come merce da usare solo per arricchire pochi astuti e pericolosi pescicani.